
La finta crisi del settore Automotive: dove è finito il libero mercato?
Che il settore auto sia in crisi perenne è scritto…
Il problema dell’automotive?
Che produrre una nuova versione di auto partendo da zero è costosissimo. Il raggiungimento del break even point lo si ottiene dopo la vendita di milioni di unità e per farlo bisogna dotarsi di una rete di vendita e di una strategia promozionale all’altezza che vanno anch’esse retribuite.
Quindi qual’è la strategia a cui i produttori di auto mirano? Spremere tutto quello che si può da uno stesso progetto/modello fino all’eccesso, alla nausea verrebbe da dire, propinandoci la stessa versione in allestimenti differenti, cabrio, station, berlina, crossover, così da aumentare al massimo la redditività relativa. Andando dunque ben oltre la sua vita terrena e qualsiasi grafico economico che abbia a che fare col ciclo di vita del prodotto…
Cosa c’è di meglio allora di spacciare un’auto come se fosse nuova aggiungendole qualche fesseria un pò di qua un po di la, i fari matrix che fanno sempre tendenza, offuscando ben bene tutto il resto? Una sorta di truffa commerciale, lecita ovviamente, che grazie ad abili politiche di marketing rilancia progetti vecchi come il cucco (la nuova Panda, la nuova 500 etc, etc, etc…)
Avete idea di quando abbia fatto guadagnare a Peugeot – FCA la “misera” Panda nei suoi allestimenti storici, un’auto da 10.000 euro di media?
Ciclo di vita della Panda? Avrei seri problemi a disegnarlo in un sistema di assi cartesiani….
Fan così tutti, essendoci dietro un cartello, con regole precise da rispettare.
Per accorciare il tempo di break even point, l’altra mossa, industriale, è quella di condividere la medesima tecnologia su più modelli di uno stesso segmento. Cambia l’allestimento, la carrozzeria, ma i motori, il pianale e le parti invisibili sono identici. Così facendo si abbattono drasticamente i costi fissi ed aumentano le entrate.
Oggi, nonostante si parli di elettrico in lungo ed in largo, fa anche figo, la tendenza dei produttori di auto è quella di tergiversare, tenere sempre la rotta verso i vecchi motori termici. Non perché non abbiano pronta nei loro stabilimenti la soluzione elettrica…è da anni, probabilmente decenni, che è li ferma…ma perché prendendo tempo guadagnano di più. Minima spesa massima resa…
Hanno cospicui parchi termici, fermi li, in attesa di acquirenti, in giro nei piazzali del mondo. Cosa fare di questa caterva di auto che sarebbero da rottamare?
Siamo nel 2020 eppure di colonnine di ricarica nelle nostre città se ne vedono ben poche…chissà come mai.
Un’offerta di mercato egoistica, basata solo sulla logica del profitto senza attenuanti, a discapito dell’ambiente, delle nuove generazioni, della volontà degli acquirenti di prediligere un altro genere di mobilità, delle politiche green, dei discorsi di Greta contro il surriscaldamento globale.
Provate, oggi, a recarvi da un concessionario. Indicate a listino un modello elettrico. Il differenziale di prezzo termico / elettrico gioca sempre a favore del termico. Ed il consumatore ovviamente con 10.000 – 15.000 euro di differenza in più, senza incentivi, cosa mai acquisterà?
L’offerta è pilotata dai grandi gruppi.
Non esistono qui leggi economiche: Il prezzo non è determinato fra incrocio di domanda ed offerta perché manca la libertà.
Stiamo facendo quello che vogliono loro, ci ricattano, ci fanno acquistare nel 2020 tecnologie motoristiche di inizio anni 80 a prezzi stratosferici oltretutto solo perché ci infilano qualche a.d.a.s., ci stanno spremendo come arance e riempiendo i polmoni di agenti inquinanti.
Che senso ha oggi sborsare 20, 30, 50.000 euro per un’auto con il line assist, i fari matrix a benzina o diesel, che hanno la stessa identica tecnologia inquinante di quelle che già bloccano in città?
La soluzione c’è ed è una: se potete farne a meno, non comprate auto termiche o mild hybrid…
E vedrete che incredibilmente i prezzi, nonostante nessuno le acquisti più, che i concessionari sono deserti, restano sempre quei 20, 30, 50.000 € di prima…
Esattamente come avviene per le arance sovra prodotte: piuttosto che regalarle a chi ne ha effettivamente bisogno o svenderle, si preferisce distruggerle per non incidere negativamente sul prezzo di mercato…
Il libero mercato nel settore automotive?
Risponderei con la massima tratta dalla corazzata Potemkin: “E’ una cagata pazzesca…” Cit. Fantozzi
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