
La Newsletter, il trigger n.1 per agganciare nuovi clienti
Per quanto concerne il web, il trigger è creato dalle aziende per persuadere gli utenti a convertire: l’acquisto online o la compilazione di un form sono gli episodi di conversioni più frequenti.
Di trigger ne esistono di specie differenti.
Facciamo un pò di ordine: li possiamo categorizzare in due macro gruppi, trigger esterni, trigger interni che chiamo anche immateriali.
Alcuni dei trigger esterni più comuni li ho elencati all’inizio dell’articolo e li vediamo tutti i giorni. Gli interni, al contrario, si formano direttamente nel nostro subconscio, sono così radicati che fanno parte ormai delle nostre abitudini, diventando indelebili.
La mattina, quando vi alzate ed aprite la app di facebook, lo fate senza pensarci su: sappiate che siete spinti a compiere tale gesto, una routine, da un vostro trigger immateriale.
Qualsiasi azienda in grado di generare nei propri utenti trigger immateriali ha fatto tombola: così, catturandoli cerebralmente, saranno loro stessi, gli utenti, a cercare novità sui loro prodotti/servizi.
Apple è un esempio di azienda che è stata capace di creare dipendenza da prodotto, guardate l’iphone. Ogni volta che esce un nuovo smartphone Apple, qui trattandosi di tecnologia il ciclo è annuale, i clienti rinnovano gli acquisti in automatico nonostante l’incremento a doppia cifra registrato dai prezzi di vendita.
Ma scendiamo dalle nuvole dato che di Apple in Italia ce ne sono poche e mettiamo da parte i trigger immateriali. (L’induzione di trigger interni è associata ai big della tecnologia, capaci di dedicarvi cospicue risorse finanziarie e studi).
Focalizziamo l’attenzione sui trigger esterni, il pane quotidiano, lo scenario che interessa maggiormente le aziende “comuni mortali“, ed in particolare sul trigger di proprietà: la newsletter.
Quando un utente si registra ad una newsletter aziendale di fatto sta concedendo a quella azienda un privilegio e che privilegio!
L’utilizzo incondizionato di una piccola parte del proprio spazio digitale su cui ricevere, passivamente, comunicazioni senza limiti.
E’ una concessione che assume ancor prima un valore psicologico, più che economico: in essa si intravedono i presupposti per creare routine, iniziando dalla lettura degli articoli trasmessi.
La newsletter, uno strumento di marketing vecchio sì come la email, configurabile su qualsiasi sito internet di ultima generazione, ma fenomenale per la sua capacità di fidelizzazione, in grado di mettere in riga persino i social networks più blasonati.
Un dato eclatante: la prima azione della giornata quando accediamo ad internet, nel mondo, è controllare la posta elettronica; solo dopo aprire i vari Google, facebook, instragram. E la email rimane sempre aperta in background…
Col tempo, se in azienda siete stati bravi a lavorare sui contenuti, avrete creato dipendenza e consolidato il processo di conversione stesso.
I contenuti, già mi ero dimenticato dei contenuti. La pietra miliare di qualsiasi comunicazione digitale e non solo, newsletter compresa. Netflix senza contenuti di qualità non avrebbe mai soppiantato Sky. Avete notato che Sky ora non fa più pagare il recesso dal contratto?
Credete di fidelizzare i lettori della newsletter scrivendo articoletti o scopiazzando testi in giro per la rete? E di farlo scrivendo un articolo originale ogni tre / quattro mesi, ad essere ottimisti?
Al lettore, potenziale cliente, occorre dare abitudini precise e contenuti di qualità sempre per innescare in lui quei trigger interni, come abbiamo visto prettamente mentali, che lo condurranno inconsciamente tra le vostre incredibili offerte.
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